mercoledì, agosto 31, 2005

GRANDISSIMA OCCASIONE!

Ragazzi voglio segnalarvi un’importante OCCASIONE per arricchire la vostra biblioteca.
Sabato troverete in edicola I romanzi e i racconti di CALVINO nella prestigiosa edizione I Meridiani Mondadori. Si tratta della migliore edizione in circolazione.
Al prezzo di 12.90 Euro vi portate a casa una pubblicazione straordinaria di un grandissimo autore (che dovreste ben conoscere!).
Per averlo a quel prezzo dovete acquistare anche un settimanale a scelta tra Panorama, Tv sorrisi e canzoni, Grazia, Chi, Tu, Donna moderna.
Il sabato successivo troverete invece tutte le poesie di UNGARETTI!
E nelle altre uscite avrete anche la possibilità di comprare a quel prezzo tutti i romanzi e i racconti del grandissimo PIRANDELLO!
Io penso che completerò tutta la collezione, è un’occasione unica.
Ciao a tutti, lettori e lettrici dell’ormai prossima III L.
magister

martedì, agosto 30, 2005

Come state?

Cari ragazzi
Come state? Agosto sta finendo, abbiamo ancora due settimane e poi si torna a scuola. Spero che le vostre vacanze siano state fino ad ora rilassanti e divertenti. Purtroppo, come sapete, quest'anno non sarò con voi a scuola. È inutile dirvi che mi mancherà la vostra simpatia e il vostro affetto. Ho saputo ieri che il prossimo anno insegnerò al liceo scientifico di Anzio. Comunque spero che non mancheranno le occasioni per rivederci. Sentiamoci telefonicamente, così possiamo organizzarci per vederci prima dell’inizio delle lezioni, ok?
Allora a presto!
Un abbraccio
magister

mercoledì, agosto 24, 2005

Budapest

Gianluca ti riporto qualche breve notizia su Budapest. Notizie che sono ovviamente utili anche per tutti gli altri discipuli.
----------------------------------------

Budapest è la capitale dell'Ungheria. E' l'unione di tre cittadine avvenuta nel 1873. Buda, Obuda e Pest.

STORIA
Le prime tracce storiche si hanno con la città romana di Aquincum, fondata
intorno al 89 AC. Resti celtici sono stati ritrovati vicino a Obuda. Con i Romani divenne capitale della Pannnonia.
L'area fu occupata intorno al 900 dai Magiari, antenati degli attuali ungheresi, che un secolo dopo fondarono il Regno di Ungheria.
Pest si ripresse rapidamente dopo la sua distruzione ad opera dei Mongoli nel 1241, ma fu Buda, sede del castello reale dal 1247, che nel 1361 divenne la capitale dell'Ungheria.
I Turchi conquistarono gran parte dell'Ungheria nel XVI secolo interrompendo lo sviluppo della città. Pest cadde in mano agli invasori nel 1526, Buda resistette ancora 15 anni.
Mentre Buda divenne sede del governatore Turco, Pest andò in decadenza fino alla riconquista degli Asburgo re di Ungheria sin dal 1526 nonostante la perdita della maggior parte del territorio.
Pest nel 1723 divenne la sede amministrativa del regno. La città crebbe più di Buda e Obuda messe insieme.
La prima volta che i 3 distretti furono messi insieme fu sotto il governo rivoluzionario nel 1849. Misura revocata dagli Asburgo ma ristabilita con il "Compromesso" nel 1867.
Dopo la prima guerra mondiale Budapest divenne capitale dell'Ungheria indipendente.



Ti dice qualcosa questa fotografia? Se non lo hai ancora visto, corri a visitarlo!
ciao
magister

Questo è proprio straordinario!



Il Parlamento ungherese è il più grande d'Europa, disegnato dall'architetto Imre Steindl per il millenario del 1896, e costruito dal 1880 al 1902. Si ispira al Parlamento inglese.
Lungo circa 270 mt, largo 130. 691 stanze. 20Km di corridoi.
Gli ornamenti neogotici che ricoprono la costruzione rappresentano 88 fra governanti, principi e militari ungheresi. Le statue sono piccole ed è difficile distinguerle dallo sfondo.
magister

martedì, agosto 23, 2005

"Repetita iuvant": pensum tertium (TRADUZIONE)

Traduzione del pensum tertium (n. 113 a pag. 134 di Synthesis)

Un esempio di pietà

Una volta era necessario che una sacerdotessa di Argo fosse portata con il carro per un sacrificio solenne ad un tempio abbastanza lontano dalla città. Ma gli animali fatti venire dai campi erano in ritardo, così che il sacrificio rimaneva in dubbio. Allora Cleobi e Bitone, figli della sacerdotessa, deposta la veste, unsero i corpi di olio e si posero essi stessi sotto il giogo. Così il carro fu condotto dai figli della sacerdotessa. La sacerdotessa poi, in tal modo trasportata dai figli nel tempio, pregò la dea affinchè concedesse loro per la loro pietà quel premio, che potesse essere concesso come massimo da un dio a un uomo.

---

Risposte ai quesiti
1. "curru" è ablativo
2. è una proposizione consecutiva
3. Sì. "Veste posita" è un ablativo assoluto.
4. "advecta" è un participio congiunto, riferito a "sacerdos".
5. "precata est" è un verbo deponente.

magister

lunedì, agosto 08, 2005

"Repetita iuvant": pensum tertium

PENSUM TERTIUM ("Esercizio n. 3")

Cari ragazzi sto per partire. Ma prima vi trascrivo una versione. Prima di tradurre ripassate le proposizioni finali e consecutive.
Vi auguro in anticipo un Buon Ferragosto. Ci sentiamo verso il 20 quando torno. Ciao a tutti!
magister

Un esempio di pietà (a pag. 134 di Synthesis)

Olim necesse erat ut Argiva sacerdos ad sollemne sacrificium curru veheretur ad fanum satis longe ab oppido. Iumenta autem ex agris arcessita morabantur, sic ut sacrificium in incerto esset. Tum Cleobis et Bito, sacerdotis filii, veste posita, corpora oleo perunxerunt et ad iugum ipsi accesserunt. Ita currus a sacerdotis filiis ductus est. Sacerdos autem, tali modo a filiis advecta in fanum, precata est deam ut id illis praemium daret pro eorum pietate, quod maximum homini dari posset a deo.

---
Rispondere alle seguenti domande:
1. Che caso è curru?
2. "Sic ut sacrificium in incerto esset” che tipo di proposizione è?
3. nel brano sono presenti ablativi assoluti?
4. advecta è un participio congiunto o un ablativo assoluto?
5. precata est è un verbo attivo, passivo o deponente?

domenica, agosto 07, 2005

Chichibio e la gru

Ragazzi vi riporto una novella di Boccaccio tra le più divertenti.
Stampatela e...buona lettura!


----------------------------------------------------------------------------

Sesta Giornata

Novella quarta

Currado Gianfigliazzi sì come ciascuna di voi e udito e veduto puote avere, sempre della nostra città è stato nobile cittadino, liberale e magnifico, e vita cavalleresca tenendo, continuamente in cani e in uccelli s'è dilettato, le sue opere maggiori al presente lasciando stare. Il quale con un suo falcone avendo un dì presso a Peretola una gru ammazata, trovandola grassa e giovane, quella mandò ad un suo buon cuoco, il quale era chiamato Chichibio, ed era viniziano, e sì gli mandò dicendo che a cena l'arrostisse e governassela bene. Chichibio, il quale come riuovo bergolo era così pareva, acconcia la gru, la mise a fuoco e con sollicitudine a cuocerla cominciò. La quale essendo già presso che cotta grandissimo odor venendone, avvenne che una feminetta della contrada, la qual Brunetta era chiamata e di cui Chichibio era forte innamorato, entrò nella cucina; e sentendo l'odor della gru e veggendola, pregò caramente Chichibio che ne le desse una coscia.
Chichibio le rispose cantando e disse: - "Voi non l'avrì da mi, donna Brunetta, voi non l'avrì da mi". -
Di che donna Brunetta essendo un poco turbata, gli disse: - In fè di Dio, se tu non la mi dai, tu non avrai mai da me cosa che ti piaccia - ; e in brieve le parole furon molte. Alla fine Chichibio, per non crucciar la sua donna, spiccata l'una delle cosce alla gru, gliele diede.
Essendo poi davanti a Currado e ad alcun suo forestiere messa la gru senza coscia, e Currado maravigliandosene, fece chiamare Chichibio e domandollo che fosse divenuta l'altra coscia della gru. Al quale il vinizian bugiardo subitamente rispose: - Signor mio, le gru non hanno se non una coscia e una gamba. -
Currado allora turbato disse: -- Come diavol non hanno che una coscia e una gamba? Non vid'io mai più gru che questa? -
Chichibio seguitò: - Egli è, messer, com'io vi dico; e quando vi piaccia, io il vi farò veder né vivi.
Currado, per amor dei forestieri che seco aveva, non volle dietro alle parole andare, ma disse: - Poi che tu dì di farmelo vedere né vivi, cosa che io mai più non vidi né udii dir che fosse, e io il voglio veder domattina e sarò contento; ma io ti giuro in sul corpo di Cristo, che, se altramenti sarà, che io ti farò conciare in maniera che tu con tuo danno ti ricorderai, sempre che tu ci viverai, del nome mio.
Finite adunque per quella sera le parole, la mattina seguente come il giorno apparve, Currado, a cui non era per lo dormire l'ira cessata, tutto ancor gonfiato si levò e comandò che i cavalli gli fosser menati; e fatto montar Chichibio sopra un ronzino, verso una fiumana, alla riva della quale sempre soleva in sul far del dì vedersi delle gru, nel menò dicendo: - Tosto vedremo chi avrà iersera mentito, o tu o io. -
Chichibio, veggendo che ancora durava l'ira di Currado e che far gli convenia pruova della sua bugia, non sappiendo come poterlasi fare, cavalcava appresso a Currado con la maggior paura del mondo, e volentieri, se potuto avesse, si sarebbe fuggito; ma non potendo, ora innanzi e ora addietro e da lato si riguardava, e ciò che vedeva credeva che gru fossero che stessero in due piedi.
Ma già vicini al fiume pervenuti, gli venner prima che ad alcun vedute sopra la riva di quello ben dodici gru, le quali tutte in un piè dimoravano, si come quando dormono soglion fare. Per che egli prestamente mostratele a Currado, disse: - Assai bene potete, messer, vedere che iersera vi dissi il vero, che le gru non hanno se non una coscia e un piè, se voi riguardate a quelle che colà stanno. -
Currado vedendole disse: - Aspettati, che io ti mosterrò che elle n'hanno due -; e fattosi alquanto più a quelle vicino gridò: - Ho ho - ; per lo qual grido le gru, mandato l'altro piè giù, tutte dopo alquanti passi cominciarono a fuggire. Laonde Currado rivolto a Chichibio disse: - Che ti par, ghiottone? Parti ch'elle n'abbian due? -
Chichibio quasi sbigottito, non sappiendo egli stesso donde si venisse, rispose: - Messer sì, ma voi non gridaste - ho ho - a quella di iersera; ché se così gridato aveste, ella avrebbe così l'altra coscia e l'altro piè fuor mandata, come hanno fatto queste.
A Currado piacque tanto questa risposta, che tutta la sua ira si convertì in festa e riso, e disse: - Chichibio, tu hai ragione, ben lo dovea fare.
Così adunque con la sua pronta e sollazzevol risposta Chichibio cessò la mala ventura e paceficossi col suo signore.
-------------------------------
Ora se vi va potete dividere in sequenze e fare un breve riassunto.
ciao
magister

sabato, agosto 06, 2005

"Repetita iuvant": pensum secundum (TRADUZIONE)

Traduzione del pensum secundum.

Un musicista famosissimo, ma alquanto dedito al vino, è interrogato da un giornalista:
“Da dove è nata, maestro, tanta abilità?”
“Da mio nonno, senza dubbio: infatti suonava con grande perizia la cetra”
“Capisco; ma tu perché hai scelto il pianoforte?”
“Perché su di esso posso posare il bicchiere più facilmente che sulla cetra”

---
Controllate gli errori. Ripetete le interrogative dirette, i gradi dell'avverbio (peritissime, facilius) e i verbi passivi.
magister